Come saprete, in quella occasione avvenne ciò che nessuno si augurerebbe mai: il buon Manlio, stremato dal caldo, dalla fatica e dalla presenza dello zaino (un modello molto adatto, in PVC foderato di amianto), nel bel mezzo dell’infuocata montagna garfagnina, iniziò a dare inequivocabili segni di cedimento. Sceso dalla MTB, con la faccia pallida e l’occhio sbarrato, sotto lo sguardo preoccupato dei compagni, si sdraiò nel bel mezzo dello stradello, lasciando sul selciato una impronta del proprio corpo così netta che qualcuno sostiene sia ancor oggi visibile, seppure in alcuni giorni particolari: sembra anche che questo fenomeno sia diventato oggetto di venerazione da parte delle superstiziose popolazioni del luogo.
Rialzatosi su invito dei solerti compagni che intanto si erano andati a fermare un po’ più avanti, nei pressi di quella fontana che in seguito verrà rinominata “fonte del miracolo di S. Fortunato” (il 12 luglio), egli si trascinò mestamente fino a loro, sedendosi a terra. Ognuno dava un consiglio, indicava un rimedio, diceva una parola di conforto o si lamentava per il tempo perso. La situazione non era allegra, poiché il soggetto non dava cenni di ripresa e ci si trovava ben lontani dagli ultimi avamposti della società civile. Dopo un po’ qualcuno, più sensibile degli altri, impietosito dalle condizioni dell’amico e non sopportando più di vederlo così sofferente, propose di prendere una grossa pietra e di dargli il colpo di grazia, cosicché la comitiva, seppure rattristata non poco, potesse proseguire la marcia, non prima di aver degnamente tumulato lo sfortunato amico assieme alla fida MTB (che tanto era una misura da mezza sega e nessuno l’avrebbe voluta).
Fortuna volle che il povero Manlio, quasi miracolosamente, si riprendesse e sono lieto di poter dire che, ad oggi, si è ristabilito quasi del tutto, almeno nel fisico se non nel morale.
Naturalmente qualcosa di lui è andato definitivamente perduto in quel luogo di disgrazia: la faccia.
Per questo i compagni, sensibili, evitano accuratamente di fare riferimento a quei momenti difficili; tuttavia, sentiamo il dovere di lanciare un sondaggio per scegliere il cippo o la lapide più adatta ad essere deposta in quel luogo denso di ricordi. Si prevede inoltre l’istituzione di una iniziativa commemorativa da effettuare il 12 luglio di ogni anno, con canti e sacrifici di bottiglioni di Lambrusco.
Non dimenticate di votare il vostro cippo preferito e di partecipare alla selezione dell’epigrafe più bella da incidervi sopra. Al momento le più gettonate sono:
“In memoria del caro amico Manlio
cui la calma e la gentilezza non vennero mai meno
eccetto una volta al passo d’Annibale,
i fratelli posero. XII luglio MMIII”
Oppure quella più sintetica:
“NON GLI MANCO’ IL VALORE MA..
I SALI MINERALI”.
A presto.
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(votazione terminata: il tipo Mausoleo ha avuto maggiori consensi) |
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