L'idea di organizzare un'uscita in notturna con le mountain bike nacque, sin dai primi anni d'attività del nostro gruppo, quasi per gioco: durante il periodo estivo, scelta accuratamente una notte di luna piena e muniti dei più fantasiosi dispositivi d'illuminazione, ci ritrovavamo all'imbrunire per fare un breve giro su percorsi forzatamente semplici e, soprattutto, con poca vegetazione, onde permettere alla luce lunare di agevolare la marcia.
Problemi di poco conto diventano, di notte, quasi insuperabili: le torce si spengono o non stanno nella posizione giusta, le pile si esauriscono più velocemente del previsto, una foratura richiede più impegno e l'aiuto degli altri, ad ogni bivio bisogna stare attenti a non perdere qualche ritardatario. Ma tutto questo fa parte del divertimento: piccoli incidenti e cadute, incontri con animali piccoli e grandi si susseguono, risate e sfottò rompono il silenzio del bosco.
Non appena si sale sulle colline, ai nostri occhi si presenta il panorama della città illuminata, della costa, del mare che riflette la luna, delle isole punteggiate di luci.
La visibilità del terreno è ridotta a pochi metri, le ombre nascondono gli ostacoli e confondono, sentieri ben conosciuti sembrano inesplorati, qualcuno, anche buon conoscitore della zona, chiede sempre: ma dove siamo? Tutte queste e molte altre sono le sensazioni che si provano ogni volta.
Ed ogni volta, sulla via del ritorno, ci siamo ripetuti: "andrebbe fatto più spesso".
Quest'anno, vuoi per non ripetere i percorsi "facili" che sono sempre gli stessi, vuoi per l'accresciuta dimestichezza con i sentieri più nascosti, abbiamo cominciato ad "avventurarci" sempre più nel fitto del bosco, dove è già laborioso passare di giorno, figuriamoci di notte. Ma, proprio per questo, la soddisfazione è cresciuta di pari passo con le difficoltà. La conseguenza logica è stata nel prendere atto che, tutto sommato, in queste condizioni la luna piena non serve un granché, perciò… via con una notturna ogni volta che ci pare! Ultimamente non passa settimana senza uscire almeno una volta al buio. Gli impianti d'illuminazione si affinano, i "veterani" iniziano ad adattarsi, chi si aggrega passa velocemente dallo stupore iniziale al divertimento più completo.
Del resto, non c’è bisogno di attrezzature né di requisiti ciclistici diversi da quelli "diurni": chiunque, dotato di buona volontà e spirito di adattamento e munito di una torcia qualsiasi da fissare al manubrio della bici, può partecipare e divertirsi con noi a scoprire le bellezze notturne dei dintorni, su e giù per i sentieri delle nostre colline.
Se qualcuno avesse perplessità sull'impianto d'illuminazione, l’esperienza suggerisce:
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una torcia a LED da pochi euro, che garantisce la visibilità a corto raggio (2-3 mt) con una durata delle pile sovrabbondante
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una torcia alogena per bici. Essa fornisce una illuminazione in profondità, a prezzo di una durata delle batterie ridotta (2-3 hh) ma, grazie al fatto che verrà usata prevalentemente in discesa, sufficiente. Anche questa si trova ad un costo limitato
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un cambio di pile "fresche" per almeno una delle due torce
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un semplice fanalino rosso posteriore per farsi vedere da dietro
Il fissaggio migliore, per la luce anteriore, è quello a manubrio: altre soluzioni sperimentate hanno alcuni vantaggi ma non sono ottimali. Sul casco, ad esempio, si illumina sempre la zona che c'interessa vedere, ma essendo la fonte luminosa all'altezza degli occhi si eliminano le ombre degli ostacoli sul terreno, sassi e buche compresi, diminuendone la percezione: provare per credere.
Ormai le escursioni notturne non sono più un fatto eccezionale, sempre meno sono quelli che si stupiscono di vederci uscire dal bosco nelle ore piccole, anche… i cinghiali cominciano a farci l’abitudine!