La necessità di avere un punto di riferimento, nonché un calendario “serio” di iniziative, portò alla formazione del gruppo, il quale, in un primo momento, non si appoggiò a nessun circolo né negozio specializzato. Fin da subito la nostra attività è risultata un po’ particolare, differenziandosi da quella di altre formazioni e associazioni varie del settore. Lo scopo era, allora come oggi, di organizzare escursioni guidate su percorsi meno conosciuti e sempre nuovi, “escogitati” da alcuni bikers più intraprendenti. A quel tempo, i pionieri di questa attività erano il nostro amico Giacomo ed un altro biker eclettico, tale Riccardo, che molti di noi forse neanche conoscono poiché nel tempo si è dedicato ad altre cose. Altri si sono aggiunti strada facendo, provenienti da esperienze diverse, come il sottoscritto che, per alcuni anni, aveva praticato "in solitario" l'escursionismo con la MTB: il desiderio di condividere i risultati delle proprie esplorazioni con altri appassionati ci ha spinto, me ed altri, ad entrare nel gruppo.
Il raggio d’azione delle uscite si è andato via via ampliando, anche se già all’inizio c’erano delle trasferte non da poco (Sutri – Civitavecchia…!), fino ad arrivare all’iniziativa che nel 2006, in occasione del decennale della nostra affiliazione al Circolo Porto, ci ha portato quattro giorni sulle Dolomiti. Ma, a parte questi “exploit”, i calendari delle escursioni degli ultimi anni prevedono uscite, in massima parte giornaliere, nell’intera provincia di Livorno ed in quelle limitrofe, da Grosseto a sud alle Apuane a nord, e poi Garfagnana, Appennino modenese, colline Metallifere, e dulcis in fundo, l’isola d’Elba: sin dai primi “vagiti”, infatti, il nostro gruppo ha iniziato ad includere l’Elba tra le destinazioni fisse da ripetere ogni anno, per arrivare ai giorni nostri che vedono almeno due week-end (in primavera ed in autunno) sull’isola, e devo dire che ogni volta è più gratificante delle precedenti. La composizione del gruppo si è modificata di pari passo con quel processo di “evoluzione” della pratica della MTB di cui ho parlato in precedenza: abbiamo perso per strada molti dei primi partecipanti, con un processo di “selezione naturale” che ha portato a formare, intorno al nucleo iniziale dei più genuini sostenitori dello spirito escursionistico, una eterogenea congrega di bikers che hanno in comune la passione per l'aria aperta in ogni stagione, per lo stare in compagnia, per la scoperta di posti nuovi ed insoliti, fuori dai soliti "giri".
Le nostre iniziative, negli ultimi anni, hanno raggiunto un buon grado di organizzazione, seppure, ci tengo a ribadirlo, rimangano nient'altro che escursioni guidate, alle quali chiunque, anche se non iscritto al gruppo, può partecipare liberamente, a patto che condivida le nostre idee (ciclistiche!) e sia consapevole dei propri limiti. Alcune uscite, infatti, sono abbastanza semplici, altre meno: naturalmente se uno non ce la fa, gli altri lo aspettano, come pure se c'è un tratto che presuppone una tecnica di guida superiore alle proprie possibilità, non è un disonore percorrerlo a piedi...
Vediamo come si svolge una delle nostre uscite. Sul nostro sito viene stabilita per tempo la data e l'ora del ritrovo; il luogo è quasi sempre lo stesso, il parcheggio alla rotatoria di Salviano, abbastanza equidistante dalle varie zone della città. Verso le 7:00 ci troviamo li, qualcuno in bici e qualcuno con l'auto, naturalmente munita di portabici sul tetto (ultimamente c'è anche la comodità del pulmino di Alessandro e, ultimo acquisto, il carrello), si riempie il numero minimo indispensabile di mezzi e si parte: la destinazione è prestabilita, come pure il percorso, conosciuto da almeno uno degli organizzatori (solo in alcuni casi particolari si organizza un giro "adventure", ovvero con un'itinerario studiato solo a tavolino). Arrivati in zona, si parcheggiano le auto, si approntano le bici e si parte.
Davanti chi conosce la strada, gli altri ognuno del proprio passo, senza fretta nè agonismo, la velocità del gruppo si assesta su quella dei meno veloci. Talvolta il gruppo si sgrana, ma se c'è un bivio ci si aspetta. Qualche rarissima (...) volta capita di sbagliare strada, non è un problema: si torna un po' indietro e si prende quella giusta. Nessuno brontola se c'è "un pezzo un po' brutto", qualche discesa disumana o una salita da infarto: fa parte del gioco. Ogni tanto si fa una sosta, anche perchè piccoli guasti e forature sono all'ordine del giorno, oppure per fare una foto ricordo o sgranocchiare una barretta. I percorsi più lunghi, che impegnano in parte (o per intero) anche il pomeriggio, si cerca di effettuarli di sabato, mentre quelli che permettono di essere di ritorno entro l'ora di pranzo o giù di li, si svolgono prevalentemente di domenica. Talvolta, perciò, è necessario portarsi il pranzo "al sacco", tipicamente uno o due panini ed un frutto o un merendino. Dopo aver concluso l'itinerario prescelto, si rientra alle auto e si torna a casa. L'orario di rientro è indicativo, il più delle volte coincide con quello reale, ma può succedere che ci siano inconvenienti che causano ritardi anche considerevoli: è meglio non prendere impegni troppo precisi per il dopo-escursione, anzi è preferibile non prenderne affatto. Alessandro, addirittura, sostiene che "una volta staccato il biglietto, è valido per tutto il giorno"...